COMUNICATO STAMPA
Per il numero uno dell’Associazione, “occorre chiarezza”, evitando che le “decisioni sull’uso dei fondi vengano prese nel chiuso delle stanze dalle burocrazie ministeriali, senza alcun confronto pubblico”.
Fondi PNRR e rilancio dell’Italia a rischio. È il monito dell’Associazione “Innovazione e Trasparenza” che chiede un serio dibattito parlamentare e chiarezza su dove e come verranno investiti i fondi che rappresentando l’ultima chance di rilancio per l’Italia. Nonostante il ritorno di Mattarella, nulla è tornato come prima, dopo la corsa al Quirinale. E Draghi appare più debole, perché non ha ritrovato i consensi che tutti gli avevano promesso, in più si ritrova con una maggioranza più litigiosa e con partiti divisi al loro interno.
“Abbiamo davanti a noi settimane e mesi con un’inflazione crescente – ha dichiarato Francesco De Leo, Presidente di “Innovazione e Trasparenza” – un’inflazione che aumenterà i tassi di interesse, rendendo così più pesante il debito pubblico, il che creerà difficoltà alle famiglie, mentre i mercati ci dicono che è anche in aumento il temutissimo spread. Poi c’è il PNRR, che tutti aspettano da mesi, ma che si trova nel guado”.
Il dato più preoccupante è che le scelte sul PNRR appaiono senza controllo politico e senza un vero coordinamento interministeriale, nonostante le sue conseguenze plasmeranno per anni o decenni l’economia del Paese, con impegni di spesa enormi, che passano sotto silenzio e che andrebbero invece sottoposte a scrutinio e a discussione pubblica.
“Sul PNRR sono state già prese le prime decisioni nel chiuso delle stanze dalle burocrazie ministeriali, senza alcun confronto pubblico e senza consultare la politica, con un’assegnazione di risorse fatta nel silenzio più assoluto. È intollerabile e occorre maggiore trasparenza – ha precisato Francesco De Leo – Per il 2022 il PNRR impone il raggiungimento di 100 obiettivi di cui 45 entro il prossimo giugno, se vogliamo avere altri 46 miliardi di euro. Un obiettivo molto difficile da raggiungere, se continueremo così. Si dia allora luogo ad un vero confronto parlamentare sulle gestioni del PNRR e sulle esigenze di coordinamento, governance e trasparenza che un progetto cosi straordinariamente importante impone”.
Molte le ragioni da imputare allo stallo sul Recovery Plan. Meno chiare le responsabilità.
“Alcune ragioni dei ritardi sono antiche – ha proseguito il presidente di “Innovazione e Trasparenza” – mi riferisco al deficit progettuale, cui vanno pero aggiunti altri punti deboli, dalla carenza di strutture di controllo alle assegnazioni troppo sommarie delle prime risorse. Tra i progetti di rilievo, quelli realmente chiusi fanno capo a Ferrovie dello Stato e ANAS, ma solo perché erano già pronti da tempo, indipendentemente dal PNRR”.
Intanto serpeggia la voce della richiesta all’Europa di una deroga di chiusura dei progetti spostata al 2030, perché l’intera macchina operativa è ancora in alto mare. Ma quel che è ancora più allarmante è il timore che occorra ora una manovra di decine di miliardi per rimettere a posto i conti pubblici. “Non credo francamente che il Paese possa affrontare una serie di eventi del genere. La sola impennata di questi giorni della bolletta energetica pone enormi difficoltà alle piccole e medie imprese e a milioni di famiglie – ha concluso Francesco De Leo – A volte si ha la sensazione che le attenzioni maggiori siano per le 350 grandi nomine da fare ad aprile nelle società a controllo pubblico”.